sabato 12 novembre 2011

 
Caro Amore Ti Scrivo...


DEL PERDUTO AMORE ©
Di Maria Irene Cimmino

Ti scrivo, ma la lettera non la riceverai.
Consegno me stessa al foglio che mai lascerà questa casa.
Parlarti guardandoti negli occhi mi sarebbe impossibile.
Sei stato una bomba che mi è deflagrata dentro, un’emozione incontrollata che mi ha rapito all’improvviso lasciandomi senza fiato, senza pensieri, con un grumo di sentimenti mai provati prima, mai sentiti, del tutto inaspettati.
Sbigottita e svuotata da tutto eppure piena di te: primo e ultimo pensiero.
Di sera, prima di addormentarmi immagino il mio capo appoggiato sulla tua spalla, cercando di indovinare i tuoi pensieri che si fanno respiro e la tua mano, forte, che mi cinge i fianchi e mi stringe; al mattino, prima di posare i piedi a terra e iniziare la giornata, accompagnata dal sogno di te, nella notte.
In questo momento della mia vita forse avresti potuto essere chiunque, ma lo trovo riduttivo ed anche un po’ offensivo, non è del tutto vero: è toccato proprio a te e a me.
Volevo intensamente che iniziassimo questa bella avventura di condivisione di valori idee progetti pensieri improvvisi che mi ha riempito la vita, mi ha fatto provare emozioni e tirato fuori idee e capacità che non pensavo di possedere.
Ma le cose sono andate diversamente. Sono stata travolta da cose più grandi di me e ho perso la testa.
Mi è arrivato tutto addosso come una valanga, l’ho vista: inarrestabile e violenta, incontenibile e dirompente.
Quando stavo con te o ti parlavo al telefono mi sentivo inondata da un empito di energia, di voglia di fare, di “sentire” la vita in modo diverso, con gli occhi di un’adolescente e la saggezza di una donna che ha ancora tanto da dare a se stessa e agli altri.
La lettura, l’ascoltare la musica erano per te, le notizie, i commenti politici, i fatti di cronaca erano per te, per noi. Nel dormiveglia pensavo a quello che ti avrei detto, a come te lo avrei detto, a cosa mi avresti risposto, alle fresche risate, alle facezie e ai disinganni della nostra vita.
Ma ora posso solo rimpiangere un tempo della mia vita così diverso, così intenso, così pieno e potentemente emozionale.
Mi hai dato tanto, più di quello che ho saputo tenere.
Ora mi manca la voglia di fare qualunque cosa, non provo interesse per nulla, non ho più voglia di parlare, di ascoltare, di leggere.
Pensieri fissi, tristi.
Chissà se e quando potrò recuperare il rapporto di amicizia con te, se mi darai ancora fiducia, se potremo riprendere il fil rouge del nostro raccontarsi.
Mi dicono che non devo programmare il futuro, vivere giorno per giorno; il destino, le sorprese sono talvolta dietro l’angolo.
Ma mi manca la tua voce, il tuo sorriso, il tuo esserci e basta. Ogni giorno vuoto senza di te passa nella speranza e nella paura di incontrarti, di vederti o solo di saperti con altre… cos’è mancato in me, dove ho sbagliato, ero troppo per te o troppo poco? Non lo saprò mai, mai avrai il coraggio di dirmelo. E io che continuo a sognare di aprire di nuovo il mio cuore a te, come quel giorno in cui misi a nudo la mia anima, che la consegnai fra le tue mani che non seppero tenerla. Non hai saputo farne nulla, mi hai solo messo alla porta. Io che ho pianto davanti a te tutte le mie lacrime, che ho gridato a te tutta la mia disperazione, il mio crudele dolore, il mio amore.
Vuoto a perdere. Inutili distrazioni quando parte di me dimora in un oscuro altrove, alla ricerca di un modo altro per vivere nella voglia di viverti nuovamente, con me, dentro di me, per sempre.